Casi di successo

Rimpatrio dagli Stati Uniti in soli 15 giorni

Lo scorso fine settimana si è conclusa una delle pratiche più insolite ed ancor più impegnative, trattate dallo Studio, anche grazie alla forza d’animo della madre (e del supporto del collega americano), che aveva subito la sottrazione del figlio in occasione delle ultime vacanze pasquali.
Il minore era infatti partito per gli Stati Uniti, come da accordi di divorzio, per trascorrere una settimana con il padre, con rientro previsto per l’inizio della scuola, dopo le vacanze.
Se non che, una volta imbarcato il minore, il padre ha inviato un messaggio alla madre con il quale le comunicava che il figlio non avrebbe più fatto rientro in Italia.
Non solo, pochi giorni dopo l’arrivo negli Stati Uniti, a compimento della strategia volta ad evitare il rimpatrio, la madre del minore ha ricevuto in notifica un ordine restrittivo nei suoi confronti, per presunte condotte pregiudizievoli verso il figlio in Italia e contestuale richiesta di permanenza negli Stati Uniti ed affidamento al padre.
Il tutto, a fronte di una istanza paterna, avanzata con premeditazione ed all’insaputa della madre, nei giorni precedenti alla partenza dall’Italia del minore.
Si è quindi attivata immediatamente la richiesta di rimpatrio e si sono allertate le competenti Autorità consolari e la Farnesina, collaborando poi con il collega americano per la strategia difensiva, con la quale si è riusciti non solo a far revocare l’ordine di restrizione precedentemente emesso, ma anche a far emergere la realtà dei fatti e la condotta criminosa paterna, volta a sottrarre il figlio.
La Corte americana ha quindi disposto il rientro in Italia del minore, con consegna alla madre, che è immeditamente partita per gli Stati Uniti.
Purtroppo però le problematiche non erano ancora terminate.
Una volta arrivata sul suolo americano, infatti, il bambino era stato fatto ricoverare in una clinica dal padre e dalla nonna paterna, nuovamente sulla base di false e strumentali problematiche, che nell’immediatezza dei fatti ed in mancanza di verifiche, hanno posto la clinica nella posizione di non voler consegnare il minore alla madre, nonostante il diverso provvedimento in vigore.
Solamente grazie alla sua tenacia, la mamma è riuscita a farsi dare in custodia il minore, per poi riportarlo in Italia.